DIVINA COMMEDIA
Le visioni di Doré, Scaramuzza, Nattini
MAR – Museo d’Arte della città i Ravenna
03 Ottobre 2015 – 10 Gennaio 2016
Nell’anno delle celebrazioni del 750° anniversario della nascita di Dante Alighieri il Museo d’Arte della città di Ravenna partecipa alle manifestazioni in onore del Sommo Poeta con una importante mostra, realizzata in collaborazione con la Fondazione Magnani Rocca di Mamiano di Traversetolo, a cura di Stefano Roffi, con circa 500 opere.
La Divina Commedia è stata ed è un’illuminazione culturale in grado di agire profondamente sull’immaginario collettivo. Nel corso dei secoli non ha mai smesso di esercitare una profonda influenza sugli artisti, soggiogati dal fascino e dalla forza delle immagini scaturite dal poema dantesco. La sua potente iconicità ha dato vita a visioni di ogni genere, soprattutto nel corso dell’Ottocento e del Novecento. Sotto questo punto di vista, le serie illustrative di Francesco Scaramuzza e Amos Nattini possono essere considerate le più importanti realizzazioni di questo tipo in Italia, per compiutezza ed estensione del progetto. Tramite il confronto con le celebri incisioni di Gustave Doré (PRESTITO VAM – Virtual Art Museum), la mostra costruisce un percorso che offre al visitatore confronti insoliti, diacronici e ricchi di spunti.
Nella prima parte della mostra si trovano le illustrazioni di Amos Nattini (Genova 1892 – Parma 1985). A differenza di Scaramuzza, il suo grandioso progetto di trasporre in cento tavole il poema dantesco non incontrò ostacoli ed ottenne da subito un grandissimo successo. Una delle ragioni di tale successo sta nella stima e nel sostegno ricevuti da Gabriele D’Annunzio, che nel 1919 lo incoraggiò ad intraprendere questa colossale impresa. Nella sua casa-studio Oppiano di Gaiano (Parma), Nattini si è occupato di Dante per vent’anni, fino a quando, nel 1939 le sue illustrazioni confluirono in una lussuosa edizione della Commedia, edita a tiratura limitata. L’interpretazione di Nattini del poema si muove su toni completamente diversi da quelli visti fino a quel momento. I suoi personaggi sono superuomini dannunziani, che si muovono in paesaggi sospesi, onirici, dove il dramma costituisce solo un debole sfondo.
La seconda sezione del percorso espositivo è dedicata all’esposizione integrale delle illustrazioni di Scaramuzza, risalenti agli anni Sessanta e Settanta dell’Ottocento, poste in dialogo con le coeve opere di Doré, mentre la seconda parte ospita tutte e cento le tavole di Nattini, realizzate tra 1919 e 1939. Il totale delle opere esposte, incisioni, acquerelli e un olio, si avvicina ai 500 pezzi in una totale immersione figurativa nella visione dantesca, così come recepita nella modernità.
Le illustrazioni di Doré vengono pubblicate dal 1861 fino al 1868. Nel 1865, anno della prima edizione italiana dell’Enfer, Francesco Scaramuzza (Sissa 1803 – Parma 1886) inizia a lavorare ai disegni per il suo Inferno, dietro commissione del governo di Parma, in vista della pubblicazione di una grande edizione della Commedia. Dopo poco tempo il progetto editoriale relativo al ciclo illustrativo viene interrotto, ma Scaramuzza, convinto della validità dell’impresa, continua il lavoro per proprio conto, interpretando il testo con un’impressionante fedeltà, che fa trapelare la volontà di farsi vero e proprio esegeta del poema.
Il ricco catalogo presenta un saggio di Emanuele Bardazzi e Francesco Parisi, di Mauro Carrera, Anna Mavilla, Cinzia Cassinari, Stefano Roffi dedicati ai protagonisti della mostra.